Imboccando da Terni la statale Valnerina in direzione Rieti, è possibile raggiungere le cascate delle Marmore dopo pochi minuti di percorrenza. Sono poco più di 7 i chilometri che separano la città di Terni dalle sue cascate, situate nei pressi della località omonima.
La bellezza del sito è riconducibile all'opera ingegneristica compiuta dai romani, capaci di impreziosire ancor più la natura del luogo donandole una gemma che da millenni incanta l'Italia e l'Europa. Gli ingegneri romani scelsero di alterare il corso del fiume Velino per evitare che lungo il suo alveo si formassero zone paludose e malsane.
L'intervento venne pianificato nel 271 a.C. dal console Curio Dentato, che fece convogliare il fiume all'interno di un canale artificiale che tutt'ora conduce le acque sulla rupe delle Marmore, facendole da lì precipitare con un salto di oltre 160 metri nel letto del sottostante fiume Nera. Le cascate delle Marmore, per la bellezza dei luoghi circostanti, per la generosità della natura e per lo spettacolo offerto dalla forza dell'acqua, hanno ispirato nel corso dei secoli artisti e letterati ed attirato numerosi visitatori illustri, fra cui Plinio, Cicerone, Galileo, Lord Byron e moltissimi altri.
Oggi, le acque del Velino vengono sfruttate per la produzione di energia pulita e ciò fa in modo che la cascata non resti sempre evidente agli occhi degli avventori.
Soltanto negli orari predefiniti, l'acqua della cascata viene fatta cadere alla massima portata per permetterne la visione a coloro che accedono pagando il biglietto d'ingresso. Il progetto ingegneristico realizzato dai romani ha trasformato tutta la zona dell'alveo del Velino e ne ha spettacolarizzato le caratteristiche: l'acqua che defluisce dal vicino lago di Piediluco, anch'essa frazione del comune di Terni, viene trasportata mediante un sistema di canali sulla rupe delle Marmore, posta ad una quota di 376 metri e dominante la stretta valle sottostante, nella quale scorre il Nera, che poco più a valle sfiora il centro storico di Terni per poi sfociare nel Tevere.
La frazione di Marmore è inclusa nella parte meridionale del parco fluviale del Nera, un'area protetta di oltre 2000 ettari, posta al centro di una zona di notevole pregio ambientale, ricca di sorgenti, boschi di latifoglie, fiori e piante rare, nonché animali schivi ed affascinanti fra cui alcuni rapaci come il gheppio ed il biancone.
Nei dintorni delle cascate, formate da tre salti il cui dislivello massimo rasenta i 90 metri, abbondano i muschi e i licheni e tantissime varietà di piante acquatiche. La fitta vegetazione che caratterizza la zona e l'aura di mistero che la avvolge non fanno altro che donarle un fascino quasi onirico.