Presso l’Aeroporto internazionale Kars Harakani, lo scalo della città di Kars e uno dei più importanti della Turchia, è consigliato ritirare un'auto a noleggio, precedentemente prenotata su TiNoleggio, per andare alla scoperta della antica Ani in totale libertà.
La storia di Ani: perché la città era considerata importante
Nel 1200 Ani passò sotto il dominio dei mongoli e da allora cominciò un graduale declino economico e sociale, fino ad essere completamente distrutta dal terremoto del 1319: a seguito di questa tragedia fu nota come la "città fantasma".
Fu grazie all'archeologo georgiano Nikolai Marr che, nel XIX secolo, cominciarono a essere riportati alla luce i resti dell'antica Ani, che non hanno trovato pace nemmeno nell'età moderna, tra incuria, terremoti e guerre. Ciò che è rimasto dell’antica urbe e che sta riemergendo per via del sapiente lavoro del team di archeologici, è stato di recente dichiarato dall'UNESCO "Patrimonio dell'Umanità".
Lo splendore delle antiche rovine
La "Chiesa del Redentore", una delle poche strutture in gran parte conservata, affascina ancora con la sua particolare architettura e con le sue decorazioni, essendo caratterizzata da una struttura esterna in pietra levigata e rossastra e da un interno candido. Anticamente circolare, questa chiesa fu letteralmente spezzata in due da un fulmine nel 1957.
Di particolare bellezza la "Cattedrale di Ani", che stupisce i visitatori con il suo caratteristico stile architettonico armeno che, simile allo stile gotico occidentale, si concretizza nell’architettura slanciata in alto. La Chiesa di San Gregorio Illuminatore, invece, conserva ancora all'interno gli splendidi affreschi originali, dai colori bianco e blu.
Sul bordo della gola di "Arpa Cayi", potrete visitare, inoltre, il fortificato e scenografico "Convento delle Vergini", dalla antica cupola dentellata. Nelle immediate vicinanze, proprio nella gola, ci sono delle suggestive grotte che si pensa fossero le abitazioni della gente più povera di Ani o probabilmente i nascondigli dei cristiani, usati per difendersi dalle minacce dei Turchi.