La Cappella di San Severo: un tesoro nascosto
Si tratta di una chiesa attualmente sconsacrata che, all'epoca della sua costruzione, faceva parte di Palazzo Sansevero, dimora di famiglia di una nobile casata.
La cappella era stata edificata sulla scia di un evento delittuoso: Carlo Gesualdo da Venosa, la notte del 17 ottobre del 1590, aveva assassinato la moglie, Maria D'Avalos e il suo amante, Fabrizio Carafa.
La madre di quest'ultimo, principessa di Sansevero, aveva in seguito deciso di far costruire questo piccolo luogo di culto per assicurarsi la salvezza dell'anima del defunto Fabrizio. Nel Settecento, poi, la cappella aveva subito un rifacimento per volere del principe Raimondo di Sangro, nuovo erede di Palazzo Sansevero.
Proprio il principe Raimondo, che aveva fama di grande alchimista, ha contribuito a rendere celebre Cappella Sansevero, non solo arricchendola di pregevoli opere d'arte, ma anche dotando i sotterranei di due ingegnose "macchine anatomiche". Esse consistono negli scheletri di un uomo e una donna totalmente scarnificati che presentano la simulazione perfetta di un apparato circolatorio.
La storia misteriosa del Cristo Velato
Si tratta di una scultura realizzata da Giuseppe Sanmartino nella seconda metà del Settecento, su un bozzetto del defunto Antonio Corradini che raffigura Cristo morente avvolto nel suo sudario.
L'opera è talmente perfetta che, unita alla fama di alchimista del principe di Sangro, ha per secoli alimentato la leggenda che il velo che ricopre il corpo di Cristo fosse effettivamente seta trasformata con un'alchimia in marmo.
La realtà, ovviamente, è molto diversa dalla fantasia, ma per secoli tutti gli illustri visitatori che si sono trovati al cospetto del Cristo Velato - dal Marchese de Sade ad Antonio Canova - ne hanno decantato la sconvolgente bellezza.
Degne di nota sono anche altre opere all'interno della Cappella, come la statua della Pudicizia, l'altare maggiore e la scultura dedicata alla Pietà.
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